L’internazionalizzazione è una componente vitale per la crescita di molte imprese italiane, ma con l’opportunità arrivano anche i rischi. Con un numero crescente di dipendenti in trasferta all’estero, la sicurezza e la tutela dei lavoratori sono diventate una priorità non solo etica, ma anche legale. Per fare chiarezza su questo tema, abbiamo incontrato Barbara Grasso, nostra esperta e Senior Insurance Manager del broker assicurativo Wide Group, per capire perché la polizza viaggio per i dipendenti non è più un lusso, ma una necessità.

La polizza viaggio per i dipendenti è spesso vista come una copertura "opzionale" o un semplice benefit. È davvero così?

“Assolutamente no. È un errore di valutazione comune, ma con conseguenze potenzialmente gravissime. La polizza viaggio per i dipendenti non è un semplice benefit, ma uno strumento fondamentale per la gestione del rischio d’impresa e, soprattutto, un adempimento a un dovere preciso stabilito dalla legge”. 

Si riferisce al "Duty of Care"? Ce lo può spiegare meglio?

“Certamente. Il Duty of Care, o dovere di diligenza, è un principio legale che impone al datore di lavoro di garantire la sicurezza e la salute dei propri dipendenti in ogni circostanza legata al lavoro. In Italia, questo dovere è sancito dall’articolo 2087 del Codice Civile e rafforzato dal Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro (D.Lgs. 81/08). In sintesi, l’azienda ha l’obbligo di adottare tutte le misure necessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei lavoratori. Questo obbligo non si ferma alla porta dell’ufficio, ma si estende alle trasferte, anche quelle internazionali”.

Quali sono i rischi concreti a cui un’azienda va incontro se non adempie a questo dovere?

“I rischi sono molteplici. In primo luogo, ci sono i rischi sanitari. Un dipendente che si ammala o subisce un infortunio grave all’estero, specialmente in Paesi con sistemi sanitari privati e costi esorbitanti, può generare spese mediche e di rimpatrio inimmaginabili per l’azienda. Parliamo di decine o centinaia di migliaia di euro. Se l’azienda non ha fornito una copertura adeguata, può essere chiamata a risponderne legalmente”.

“Poi ci sono i rischi legali. Un dipendente che subisce un infortunio per cui l’azienda non ha fornito la dovuta protezione può intentare una causa civile per il risarcimento dei danni. Inoltre, in casi di negligenza grave, si può arrivare a conseguenze penali per i dirigenti dell’azienda. Infine, non dimentichiamo i rischi operativi e reputazionali. La perdita di un dipendente durante un viaggio di lavoro blocca progetti, compromette affari e danneggia gravemente l’immagine dell’azienda, con conseguenze a lungo termine sulla fiducia di clienti e partner”.

In che modo una polizza viaggio può aiutare un imprenditore a gestire questi rischi?

“La polizza viaggio aziendale è uno strumento completo che risponde a tutti questi rischi. Copre non solo le spese mediche d’emergenza e il rimpatrio sanitario, ma offre anche servizi di assistenza fondamentali come il supporto 24/7, la traduzione medica, l’invio di farmaci e, in alcuni casi, la copertura per incidenti e infortuni”.

“Inoltre, può includere garanzie aggiuntive come la copertura della Responsabilità Civile del dipendente durante la trasferta o la copertura per il bagaglio e il ritardo dei voli. È una rete di sicurezza che protegge sia il lavoratore che l’azienda”.

Qual è il suo consiglio per un imprenditore che vuole tutelare i propri dipendenti?

“Il mio consiglio è di non sottovalutare mai questo aspetto. L’investimento in una polizza viaggio non è un costo, ma un investimento nella sicurezza dei propri dipendenti e nella solidità della propria azienda. Rivolgetevi a un broker specializzato che sappia analizzare le vostre esigenze e strutturare una polizza su misura, che tenga conto delle destinazioni più frequenti, della tipologia di attività svolta dai dipendenti e dei rischi specifici del vostro settore. Un’azienda responsabile e protetta è un’azienda che cresce in modo sostenibile anche perché i dipendenti lì si sentono ‘al sicuro’”.

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Foto di Rudy and Peter Skitterians da Pixabay

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